domenica 18 febbraio 2024

Traiano Marco Ulpio, imperatore romano

Traiano Marco Ulpio, imperatore romano: Traiano, Optimus Princeps, tra i migliori imperatori romani, portò Roma al suo massimo splendore. Fu l'inizio dell'Età Aurea che continuò con gli Antonini.

giovedì 8 febbraio 2024

LA RIFORMA DELL' ESERCITO DI MARIO



Verso il termine del II secolo a.C., Roma si dibatteva in una guerra in terra straniera, nelle aride terre di Numidia, dove l'ostilità del territorio e la mancanza di attrattive rendevano arduo il reclutamento di nuove leve per l'esercito. 

Questa difficoltà di arruolamento non era un fenomeno isolato ma l'apice di un problema che aveva visto le sue radici estendersi nel corso del secolo precedente, riflettendo una profonda trasformazione nella società romana e nella composizione delle sue legioni.

La guerra, che aveva segnato Roma con cicatrici profonde, lasciò il popolo e le sue istituzioni di fronte a una crisi demografica e militare senza precedenti. La seconda guerra punica aveva consumato le risorse umane e finanziarie della Repubblica, spingendo il governo a ridurre il censo minimo per il servizio militare, abbassando la soglia che separava i proletarii, coloro senza possedimenti, dagli adsidui, i cittadini abili al servizio militare secondo la classificazione stabilita da Servio Tullio nel VI secolo a.C. 

Questa riduzione del censo da 11.000 assi a soli 1.500 nel giro di tre secoli testimoniava una progressiva proletarizzazione dell'esercito romano, costretto a espandersi per sostenere le ambizioni imperiali di Roma nel Mediterraneo.

In questo contesto di crescente pressione, Gaio Mario, console dell'anno, intraprese una rivoluzione radicale nella politica di reclutamento. Mario, cogliendo l'entusiasmo e il desiderio di riscatto della plebe, decise di aprire le porte delle legioni a chiunque desiderasse unirsi, indipendentemente dal possesso di terre. 

Sallustio ci narra come Mario, senza indugi, preparasse le navi con armi, paghe per i soldati e tutto il necessario per la campagna, mentre a terra si dedicava all'arruolamento di nuove truppe. 

La sua politica non seguiva le tradizionali distinzioni sociali ma accoglieva ogni volontario, in particolare i capite censi, coloro che fino a quel momento erano stati ai margini della società militare romana.

L'innovazione di Mario non solo risolse l'immediato problema di reclutamento ma segnò l'inizio di una trasformazione profonda nell'esercito romano, che divenne composto da professionisti, riflettendo così un cambiamento significativo nella struttura sociale e politica della Repubblica romana. 

La sua decisione di arruolare i nullatenenti rafforzò l'esercito con nuove energie, dando vita a legioni micidiali, pronte a difendere e espandere i confini di Roma.