martedì 19 marzo 2024

LA SCONFITTA DEI DRUIDI


Isola di Mona 813 AUC

Roma aveva definitivamente messo piede sull’isola dei Britanni da più di tre lustri ma la definitiva pacificazione di quella nuova provincia era ancora di là da venire.

Varie erano le sacche di resistenza al potere dei figli di Marte, che avevano il loro bel da fare per sedarle.

Un folto gruppo di ribelli si era da tempo rifugiato sull’Isolotto di Mona, la roccaforte del potere druidico, con il chiaro intento di contrastare a oltranza l’avanzata dell’Aquila Romana.

Il neo governatore Svetonio Paolino, succeduto nella reggenza della Britannia a Quinto Veranio Nipote, venne incaricato da Nerone di debellare la Rivolta su quell’isolotto e, nel contempo, far fuori tutti i druidi, i cui sanguinari culti erano mal tollerati da Roma. L’avversione verso il druidismo non era però solo una mera questione religiosa, ma dipendeva anche dal fatto che questi sacerdoti rappresentassero una vera e propria sorta di potere occulto.

Svetonio portò, quindi, il grosso delle truppe che aveva a Mona per affrontare gli insorti e risolvere una volta per tutte il problema dei Druidi.

I britanni provarono a opporsi in ogni modo, anche utilizzando donne invasate da rituali druidici e il potere magico dei druidi stessi, ma alla fine furono completamente annientati dalla forza delle Legioni.

«[Paolino] si preparò ad attaccare l'isola di Mona che aveva una forte popolazione ed era un rifugio per i fuggitivi. Fece costruire navi a fondo piatto per far fronte alle acque basse e alle profondità incerte del mare. Così la fanteria attraversò il fiume, mentre i soldati della cavalleria la seguivano attraversando un guado e nuotando a fianco ai cavalli quando l'acqua era molto profonda. Sulla riva opposta stava l'esercito nemico con il suo vasto numero di guerrieri armati, mentre, fra le file schierate, le donne, in abito nero come le Furie, con i capelli scomposti, agitavano le torce. Attorno, i druidi, alzando le mani al cielo e lanciando imprecazioni terribili, spaventavano i nostri soldati con uno spettacolo sconosciuto così che, come paralizzati, stettero immobili, esposti ai colpi dei nemici. Poi, sollecitati dalle acclamazioni del loro generale e dagli incoraggiamenti reciproci di non scoraggiarsi davanti ad una truppa di donne deliranti, portarono avanti i vessilli, sconfissero ogni resistenza, avvolsero il nemico fra le fiamme delle loro stesse torce. Una forza quindi sottomise i vinti, e i loro sacri boschi, soggetti a superstizioni disumane, furono distrutti. Ritennero veramente un dovere distruggere i loro altari, che erano stati coperti con il sangue dei prigionieri, nel consulto delle proprie divinità, attraverso le viscere umane.»

(Tacito, Annales ) 

L’isola di Mona poteva considerarsi pacificata e sottomessa al potere dell’esercito romano, che però a breve avrebbe dovuto affrontare un pericolo ben più grande: Budicca.

 Roma è la Luce

#AdMaioraVertite 


mercoledì 13 marzo 2024

L' ELMO DI MARCO ANTONIO

Secondo la leggenda, questo elmo era stato regalato a Marco Antonio da Cleopatra nel 34 a.C.

Erano stati necessari i lavori dei migliori artigiani d’Egitto per completarlo e fu proprio un artigiano personale di Cleopatra a forgiarne la base in acciaio ricoprendola poi in oro.

Come vedete pendolo dai lati le ali del Dio Horus, abbellite da incredibili ornamenti.
Il disco nella parte superiore rappresenta Isis all’interno del nido di Hathor.

Nella parte posteriore vediamo raffigurato il dio Amun e due leoni alati che vanno ad adornare i lati, riportanti il volto della stessa Cleopatra.

Il tutto bilanciato da una cresta rossa a simboleggiare Roma.

Quando Marco Antonio tornò ad Alessandria, Cleopatra lo accolse regalandogli questo elmo prima della sua parata per la vittoria tra le vie della città.

Vedendo il generale romano adornato e protetto dai potenti dei egizi, l’approvazione della folla egiziana fu conquistata.

L’elmo era un simbolo dell’unione tra Roma e l’Egitto, i simboli delle civiltà dell’Est e dell’Ovest, che si univano per creare un impero più stabile.

Alla fine della parata, Antonio cedette Cipro, la Libia e la Siria a Cleopatra.
Lei cedette ai tre figli di Antonio dei territori in Armenia, in Media, in Fenicia e in Siria.

Gli egizi erano contenti dell’espansione dei terrori, ma i romani erano preoccupati.
Il festeggiamento in terra straniera e l’utilizzare un elmo “non romano”, era stato interpretato come una volontà di elevare i simboli egizi sopra la Gloria dell’Impero.

Capendo le ragioni di questo sentimento, Antonio mise l’elmo da parte.
Pochi anni dopo, Ottaviano dichiarò guerra a Cleopatra.

Tre anni dopo, le armate navali di Antonio e Cleopatra si scontrarono con quelle di Ottaviano nei mari della Grecia.
Ottaviano continuò la sua campagna contro Antonio per aver messo la regina Cleopatra sopra i suoi doveri verso Roma.

Molti dei suoi generali ed ufficiali si ribellarono.

Nel giorno della battaglia, Antonio non utilizzò l’elmo proprio per evitare che i suoi uomini potessero dubitare della sua lealtà per Roma.
Nonostante la richiesta di Cleopatra di indossarlo.

Questo elmo è un redesign prodotto dalla Custom Prototypes di Toronto e che ha vinto nel 2018 l’International 3D Printing Contest.

https://www.vickyalvearshecter.com/2018/09/13/the-myth-behind-this-extraordinary-helmet/