mercoledì 31 gennaio 2018

PETRA PERTUSA MAGGIORE (Marche) | romanoimpero.com

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BOUDICCA ( ICENI ) | romanoimpero.com

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10 Roman Forts from Britannia

IN THE ROMAN EMPIRE, THE LATIN WORD CASTRUM WAS A BUILDING OR AREA OF LAND USED AS A FORTIFIED MILITARY CAMP. A CASTRUM COULD BE APPLIED TO VARIOUS FORTIFICATIONS FROM A LARGE LEGIONARY FORTRESS, AUXILIARY FORTS TO TEMPORARY MARCHING CAMPS.

When the Roman’s arrived on the shores of Britannia around 43CE, they built a series of forts over hundreds of years, that stretched from the southern coast of Britannia and as far north as the Moray Firth around Inverness in Scotland.
Fort construction even carried on into the last centuries of Roman Britain, with the construction of Saxon Shore Forts (click here), to deter and provide protection for the inhabitants from Saxon and Frankish Pirates....




https://www.heritagedaily.com/2018/01/10-roman-forts-britannia/117215

domenica 28 gennaio 2018

Total War: Rome 2 - L'equipaggiamento del legionario - SUB ITA

STORIA ROMANA - L'ESERCITO ROMANO -

La Conquista della Britannia, 43-84 D.C. (part 4 of 4)

La Conquista della Britannia, 43-84 D.C. (part 3 of 4)

La Conquista della Britannia, 43-84 D.C. (part 2 of 4)

La conquista della Britannia da parte dei Romani

Sir Lawrence Alma-Tadema (1836-1912)

Sir Lawrence Alma-Tadema (1836-1912): Pittore di soggetti storici e ritrattista, Lawrence Alma-Tadema, nato l'8 gennaio 1836 a Dronrijp presso Leeuwarden in Olanda, fece i primi studî

mercoledì 24 gennaio 2018

La vita privata degli imperatori (Video)

La vita privata degli imperatori (Video): Vita privata degli imperatori. Gli eventi e i retroscena che accompagnarono le vite degli imperatori romani: le origini familiari, la carriera, il potere

Alessandro Barbero presenta il Limes romano

Alessandro Barbero presenta il Limes romano: Limes romano. Con il professor Alessandro Barbero, ripercorreremo la lunghissima linea di confine costituita sia da barriere naturali che artificiali costruite con scavi, palizzate, torri di avvistamento e fortezze in muratura, lungo le strade di frontiera, attraverso le tecnologie di oggi, come sensori a raggi infraro

Animation of ancient Roman Fort in Caerleon, Wales

The Roman Soldier

CLIMBING for VICTORY I Legio XXI Rapax

Limes, Laser und Hightech. Der Raetische Limes in Bayern

Roman Invasion of Britain (1of3): Onslaught (with Bettany Hughes)

Best Documentary Ever: Roman Britain

Burnswark: Roman assault on a hillfort in Scotland

martedì 23 gennaio 2018

Alessandro Barbero presenta il Limes romano

Alessandro Barbero presenta il Limes romano: Limes romano. Con il professor Alessandro Barbero, ripercorreremo la lunghissima linea di confine costituita sia da barriere naturali che artificiali costruite con scavi, palizzate, torri di avvistamento e fortezze in muratura, lungo le strade di frontiera, attraverso le tecnologie di oggi, come sensori a raggi infraro

domenica 21 gennaio 2018

il Popolo Romano non è solito farsi dettare condizioni dai nemici in armi..


<[40, 1] Mittuntur ad Caesarem confestim ab Cicerone litterae magnis propositis praemiis, si pertulissent: obsessis omnibus viis missi intercipiuntur. [2] Noctu ex materia, quam munitionis causa comportaverant, turres admodum CXX excitantur incredibili celeritate; quae deesse operi videbantur, perficiuntur. [3] Hostes postero die multo maioribus coactis copiis castra oppugnant, fossam complent. Eadem ratione, qua pridie, ab nostris resistitur. [4] Hoc idem reliquis deinceps fit diebus. [5] Nulla pars nocturni temporis ad laborem intermittitur; non aegris, non vulneratis facultas quietis datur. [6] Quaecumque ad proximi diei oppugnationem opus sunt noctu comparantur; multae praeustae sudes, magnus muralium pilorum numerus instituitur; turres contabulantur, pinnae loricaeque ex cratibus attexuntur. [7] Ipse Cicero, cum tenuissima valetudine esset, ne nocturnum quidem sibi tempus ad quietem relinquebat, ut ultro militum concursu ac vocibus sibi parcere cogeretur.
[41, 1] Tunc duces principesque Nerviorum qui aliquem sermonis aditum causamque amicitiae cum Cicerone habebant colloqui sese velle dicunt. [2] Facta potestate eadem quae Ambiorix cum Titurio egerat commemorant: omnem esse in armis Galliam; [3] Germanos Rhenum transisse; Caesaris reliquorumque hiberna oppugnari. [4] Addunt etiam de Sabini morte: Ambiorigem ostentant fidei faciendae causa. [5] Errare eos dicunt, si quidquam ab his praesidi sperent, qui suis rebus diffidant; sese tamen hoc esse in Ciceronem populumque Romanum animo, ut nihil nisi hiberna recusent atque hanc inveterascere consuetudinem nolint: [6] licere illis incolumibus per se ex hibernis discedere et quascumque in partes velint sine metu proficisci. [7] Cicero ad haec unum modo respondit: non esse consuetudinem populi Romani accipere ab hoste armato condicionem: [8] si ab armis discedere velint, se adiutore utantur legatosque ad Caesarem mittant; sperare pro eius iustitia, quae petierint, impetraturos.>

<[40, 1] Cicerone [Quinto Tullio Cicerone (102 – 43 aev), subordinato di Cesare, fratello del più famoso Marco Tullio Cicerone, n.d.r.] mandò subito una lettera a Cesare, promettendo grandi premi a chi l’avesse portata; quelli che si assunsero l’incarico vennero presi, perché tutte le vie erano bloccate. [2] Durante la notte con tutto il materiale portato per le fortificazionei, innalzarono con incredibile celerità almeno centoventi torri; si completò tutto ciò che sembrava mancare alla difersa. [3] Il giorno dopo i nemici [galli n.d.r.] con forze molto maggiori diedero l’assalto all’accampamento riempiendo il fossato, ma i nostri resistettero allo stesso modo del giorno prima. [4] Così pure avvenne nei giorni seguenti. [5] In nessun momento della notte s’interrompeva il lavoro; non si concedeva un attimo di tregue neppure agli ammalati, neppure ai feriti. [6] Si preparava di notte la difesa del giorno seguente; si facevano molte pertiche appuntite con il fuoco, moltissime aste pesanti da lancio; si coprivano le torri con assi, si costruivano merli e parapetti con graticci. [7] Anche Cicerone, pur essendo di salute cagionevole, non si concedeva un minuto di riposo neppure di notte, tanto che i soldati accorrendo spontaneamente, a forza e con preghiere, lo costringevano a riguardarsi un poco.
[41, 1] In seguito a questa resistenza i capi dei Nervi che avevano qualche dimestichezza e rapporto d’amicizia con Cicerone, gli fanno sapere che volevano un colloquio con lui. [2] L’ottengono e ripetono ciò che Ambiorige aveva detto a Titurio: tutta la Gallia era in armi; i Germani avevano passato il reno; [3] gli accampamenti di Cesare e dei suoi luogotenenti erano assediati. [4] Aggiungono che Sabino era morto; per dimostrarlogli portano Ambiorige [che prima assediava Sabino n.d.r.]. [5] Afferma che era un errore pensare ad un aiuto da altri Romani, che ormai non conveniva stare da quella parte; tuttavia la loro disposizione d’animo verso Cicerone e il popolo era di non farli svernare per evitare che questa abitudine mettesse radici; [6] essi potevano andarsene dagli accampamenti invernali incolumi, e partire ovunque volessero senza timore. [7] Cicerone rispose con queste sole parole:
-il Popolo Romano non è solito farsi dettare condizioni dai nemici in armi-
[8] se volevano cessare le ostilità, contassero pure sul suo aniuto, e mandassero messi a Cesare; potevano sperare dato il suo sentimento di giustizia, che avrebbero ottenuto ciò che chiedevano.>

Giulio Cesare, Commentarium Belli Gallici, V, 40-41


IULIA CONCORDIA (Veneto) | romanoimpero.com

IULIA CONCORDIA (Veneto) | romanoimpero.com

Civitas. La ciudad hispanorromana

domenica 14 gennaio 2018

Guardia Pretoriana


Guardia Pretoriana I sec. d.C.

La Guardia pretoriana era un reparto militare dell'Impero romano che svolgeva compiti di guardia del corpo dell'imperatore.
La Guardia pretoriana, da non confondersi con i più generici "pretoriani", termine con il quale si indicano anche altre piccole unità di scorta alle varie autorità, costituì il corpo militare a disposizione degli imperatori romani decretandone molto spesso le fortune. Protagonista fin dal principato di Augusto, la Guardia venne utilizzata per i compiti più disparati dalla guardia al corpo dell'imperatore, ai servizi segreti, ai compiti amministrativi e di polizia fino anche all'aiuto dei vigiles nello spegnere gli incendi.
Il corpo era all'origine costituito da soldati scelti provenienti dalle legioni, ma fino a Vespasiano dimostrarono che la vita in città li indeboliva nella disciplina. La Guardia fu un mezzo per affermare nuovi imperatori o mantenere i vecchi al potere. La storia dei pretoriani quindi segue, quando non ne è l'artefice, la storia romana imperiale in tutti i suoi risvolti.
L'origine del corpo è da ricercarsi nel III secolo a.C. quando vengono per la prima volta nominati gruppi di militari in seno alle legioni con il compito di proteggere pretori, consoli e generali. Sembra, però, che un primo esempio di guardia armata a protezione del regnante sia da ricercarsi alle origini di Roma stessa durante l'età regia, al tempo di Tarquinio il SuperboLa Guardia pretoriana fu inizialmente organizzata da Augusto in una data imprecisata tra il 29 e il 20 a.C. e definitivamente fondata da Tiberio.
Furono create nove coorti (non dieci, perché avrebbero significato una legione intera, prassi contro la legge e il costume che non prevedeva lo stanziamento di armati in città e in Italia) che per motivi di sicurezza erano stanziate tre a Roma e le rimanenti sei in altre città della penisola, fino a quando Tiberio (con il pretesto di liberare l'Italia dal peso delle guarnigioni militari e d'introdurre tra le guardie una disciplina più rigorosa) le radunò tutte in modo permanente presso i Castra Praetoria. Queste coorti erano agli ordini del prefetto del pretorio, membro del ceto equestre con il titolo di praefectus praetorio.
Ogni coorte era capeggiata da un tribuno militare e fino a sei centurioni.Sotto il principato di Tiberio, quando era prefetto del pretorio Seiano (20-23), i pretoriani presenti a Roma furono riuniti in un unico grande accampamento costruito appositamente sul Viminale, alla periferia della città, noto con il nome Castra Praetoria, per questa ragione i pretoriani assunsero come proprio simbolo lo scorpione che era il segno zodiacale di Tiberio.
I pretoriani intervennero per eleggere e deporre imperatori per la prima volta nel 41 con l'uccisione di Caligola e l'acclamazione di Claudio da parte delle truppe. Il 15 gennaio del 69, insieme ad altri reparti dell'esercito, uccisero Galba ed acclamarono imperatore Otone.
In seguito, per un lungo periodo che va da Vespasiano, a Marco Aurelio i pretoriani non si intromisero nella gestione dell'impero, ma questo periodo di pace finì quando salì al trono Commodo: i pretoriani, dopo avergli salvato la vita e averlo sostenuto nei primi anni di governo, furono coinvolti nella sua uccisione. Dopo l'eliminazione del suo successore Pertinace, la porpora imperiale fu addirittura messa all'asta e l'impero fu "venduto" a Didio Giuliano nel 193, che aveva promesso donativi maggiori del suo oppositore, Flavio Sulpiciano. All'avvicinarsi a Roma di Settimio Severo, proclamato imperatore dalle legioni, i pretoriani abbandonarono tuttavia il loro protetto e obbligarono il senato a dichiararlo decaduto.
Il nuovo imperatore, dichiaratosi vendicatore di Pertinace, fece sfilare i pretoriani disarmati fuori le mura di Roma e li sostituì con truppe di origini asiatiche, africane e in particolare danubiane. Dopo l'uccisione di Caracalla (217) chi ne prese il posto fu il prefetto del pretorio Macrino. Anche Eliogabalo, fu ucciso dai pretoriani che proclamarono Alessandro Severo come imperatore il 22 marzo del 222. Dopo un periodo di anarchia militare in cui gli imperatori venivano proclamati dalle legioni, nel 238 in accordo con il Senato i pretoriani elessero Gordiano III imperatore, inizialmente sotto la tutela della madre e del prefetto del pretorio Timesiteo. Morto Timesiteo, il nuovo prefetto Filippo l'Arabo nel marzo del 244 uccise Gordiano nella marcia verso Ctesifonte, con l'appoggio dei soldati esausti della lunga campagna militare. Nel 249 dopo la sconfitta di Filippo contro Decio i pretoriani eliminarono il figlio del vecchio imperatore, Severo Filippo, che era stato precedentemente nominato cesare.
Nel giugno del 276 il prefetto del pretorio Floriano, alla notizia della morte dell'imperatore Marco Claudio Tacito, di cui era fratellastro, si autoproclamò Augusto, ma solo due mesi più tardi venne ucciso dai suoi stessi soldati per acclamare imperatore Marco Aurelio Probo. Nel 312 i pretoriani, fedeli a Massenzio, combatterono con grande eroismo nella Battaglia di Ponte Milvio; di conseguenza il vincitore Costantino I, dopo l'ingresso trionfale a Roma, sciolse definitivamente la Guardia e fece smantellare "l'accampamento del Viminale".Il posto dei pretoriani fu assunto dalle schole palatine, le quali ebbero lunga vita poi a Bisanzio ormai legate alla persona dell'imperatore e destinate a seguirlo nei suoi spostamenti, e non più alla Capitale.
l numero delle coorti variò nel corso del tempo. Le iniziali nove coorti augustee, passarono a dodici prima del 47, quindi a sedici nel corso del 69 ad opera di Vitellio che aumentò anche l'effettivo di ogni coorte a 1.000 uomini. Furono riportate ancora a nove da Vespasiano, che ritornò all'ordinamento augusteo. Il numero delle coorti aumentò nuovamente a dieci sotto Domiziano, e rimasero così fino quasi all'abolizione del corpo. Abbiamo testimonianza di dieci coorti pretoriane sotto Gordiano III (nel 243). Assumendo 500 uomini per ciascuna coorte, si può dunque ricostruire un corpo di 4.500 uomini sotto Augusto, di 16.000 sotto Vitellio, di 5.000 con Domiziano e infine di 10.000 con Settimio Severo.
Il corpo fu inizialmente arruolato tra i migliori legionari italici (meglio ancora, fino a Tiberio, provenienti dall'Etruria, il Lazio, l'Umbria, e le colonie più antiche). Con Claudio i pretoriani provenivano in larga parte anche dalle regioni del nord Italia, Aemilia, Transpadana e Venetia et Histria. Nel II secolo ancora l'80% dei pretoriani era di origine italica, gli altri reclutati in ogni caso nelle province di più antica romanizzazione, come Norico, Gallia Narbonese, Baetica. Considerato che da Adriano in poi il servizio nelle legioni era sempre più appannaggio di provinciali e popoli di frontiera, la Guardia pretoriana può essere considerata l'ultimo residuo dell'antico esercito romano tradizionale, come probabilmente la intese lo stesso Adriano, elevandola al vertice della struttura piramidale militare.
Con il congedo in massa dei pretoriani italici e la successiva riforma di Settimio Severo gli italici furono sostituiti da provinciali cittadini romani, soprattutto danubiani, ma anche africani e asiatici. Secondo alcuni storici, questo cambiamento portò a Roma persone di basso livello, come effettivamente ci riferisce Dione Cassio, contemporaneo agli eventi, il quale ci parla di uomini dalle lingue orribili e dal comportamento inurbano ammassati nella Capitale, e lamenta che ora la gioventù italica deve dedicarsi al banditismo e alla carriera gladiatoria piuttosto che al servizio militare. Mentre altri autori moderni pensano invece che provenissero da famiglie di ceto elevato: il posto di pretoriano, per diversi motivi, era molto ambito e quindi i notabili facevano di tutto per farvi entrare i loro figli. Dopo Caracalla (a causa della Constitutio Antoniniana, che concesse la cittadinanza romana a tutti gli abitanti dell'impero) la possibilità di servire nella Guardia pretoriana era ormai aperta a tutti.
La durata del servizio era la prima importante differenza rispetto alle legioni e agli altri corpi militari. I pretoriani restavano in servizio solo sedici anni, invece dei 20-25 anni dei legionari, e naturalmente questo ne faceva un corpo privilegiato e ambito. Il congedo avveniva ogni due anni il 7 gennaio.
Gli elementi per potere definire l'abbigliamento della Guardia pretoriana sono molto scarsi. Dalle tracce in nostro possesso si evince come il soldato pretoriano non avesse un equipaggiamento particolare.Durante il servizio (salvo sotto Traiano) il pretoriano era addetto a compiti civili, pertanto il suo abbigliamento doveva essere discreto. È attestato l'uso di una normale tunica bianca (candida) e di un sagum o di una paenula (grossi mantelli talvolta dotati anche di cappuccio) che bastavano per nascondere un'arma.
L'elmo era usato poche volte per lo più in caso di dimostrazioni o parate. Nelle raffigurazioni a noi pervenute l'elmo pretoriano è per lo più di tipo attico, un retaggio dalla tradizione bellica greca della antica Repubblica, oppure, nelle situazioni di guerra, un normale elmo, secondo le usanze del periodo, in dotazione anche ai legionari.
Le speculazioni fatte in passato riguardo all'uso di scuta (scudi) ovali invece di rettangolari, o di lorica musculata, alla luce delle più recenti discussioni sembrano essere decadute. L'utilizzo dell'armamento citato era vario e, al momento, senza una particolare giustificazione. Esistono testimonianze di pretoriani con scuta rettangolari, ovali e rotondi, con elmi di molte fogge diverse e con ogni genere di armatura conosciuta anche tra i legionari.
In guerra, i pretoriani portavano un equipaggiamento simile a quello degli altri legionari, con il classico gladius (la spada), e molto spesso si distinguevano per l'utilizzo del simbolo dello scorpione, che poteva essere raffigurato sul proprio equipaggiamento o sulle insegne.
Lo storico latino Tacito scrive nelle Historiae riguardo all'anno dei quattro imperatori (69) che i soldati, dopo il discorso di Otone nel Campo Marzio corrono alle armi senza riguardo verso il regolamento e l'usanza che prescrivevano al pretoriano ed al legionario armamenti o distintivi differenti per distinguersi. Inoltre lo stesso storico scrive che nella Seconda battaglia di Bedriaco ( Vitellio vs Vespasiano)si distinsero per l'atto eroico due pretoriani che si infiltrarono nell'esercito nemico senza essere riconosciuti grazie al fatto che avevano preso gli scudi da un mucchio di cadaveri e quindi non usavano il proprio, ben riconoscibile fra gli altri.

Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto


Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto (Gaius Iulius Caesar Octavianus Augustusi) Roma, 23 settembre 63 a.C. Nola, 19 agosto 14

meglio conosciuto come Ottaviano o Augusto, è stato il primo imperatore romano.
Il Senato romano, per determinazione di Lucio Munazio Planco, gli conferì il titolo di Augustus il 16 gennaio 27 a.C. e il suo nome ufficiale fu da quel momento Imperator Caesar Divi filius Augustus
Nel 23 a.C. gli fu riconosciuta la tribunicia potestas (che mantenne poi a vita) e l'Imperium proconsulare a vita; mentre nel 12 a.C. divenne Pontefice massimo con la morte di Marco Emilio Lepido. Restò al potere sino alla morte e il suo principato fu il più lungo della Roma imperiale (44 anni dal 30 a.C., 41 anni dal 27 a.C., 37 anni dal 23 a.C.)
L'età di Augusto rappresentò un momento di svolta nella storia di Roma e il definitivo passaggio dal periodo repubblicano al principato. La rivoluzione dal vecchio al nuovo sistema politico contrassegnò anche la sfera economica, militare, amministrativa, giuridica e culturale.
Augusto, negli oltre quarant'anni di principato, introdusse riforme d'importanza cruciale per i successivi tre secoli:
-riformò il cursus honorum di tutte le principali magistrature romane, ricostruendo la nuova classe politica e aristocratica, e formando una nuova classe dinastica;
-riordinò il nuovo sistema amministrativo provinciale anche grazie alla creazione di numerose colonie - ventotto nella sola Italia e municipi che favorirono la romanizzazione dell'intero bacino del Mediterraneo;
-riorganizzò le forze armate di terra (con l'introduzione di milizie specializzate per la difesa e la sicurezza dell'Urbe, come le coorti urbane, i vigiles e la guardia pretoriana) e di mare (con la formazione di nuove flotte in Italia e nelle provincie);
-riformò il sistema di difesa dei confini imperiali, acquartierando in modo permanente legioni e auxilia in fortezze e forti lungo l'intero limes;
-fece di Roma una città monumentale con la costruzione di numerosi nuovi edifici, avvalendosi di un collaboratore come Marco Vipsanio Agrippa;
-favorì la rinascita economica e il commercio, grazie alla pacificazione dell'intera area mediterranea, alla costruzione di porti, strade,ponti e a un piano di conquiste territoriali senza precedenti,che portarono all'aerarium immense e insperate risorse (basti pensare al tesoro tolemaico o al grano egiziano, alle miniere d'oro dei Cantabri o quelle d'argento dell'Illirico);
-promosse una politica sociale più equa verso le classi meno abbienti, con continuative elargizioni di grano e la costruzione di nuove opere di pubblica utilità (come terme, acquedotti e fori);
-diede nuovo impulso alla cultura, grazie anche all'aiuto di Mecenate;
-introdusse una serie di leggi a protezione della famiglia e del mos maiorum chiamate leges Iuliae;
-riordinò il sistema monetario (23-15 a.C.), che rimase praticamente immutato per due secoli;
-ristabilì nel calendario l'ordine introdotto da Giulio Cesare, che era stato con le guerre civili sconvolto, dando poi il proprio soprannome al mese Sestile invece che a quello di settembre, in cui era nato, perché durante il Sestile era divenuto per la prima volta console e aveva ottenuto grandi vittorie


Primo pilo - Primus pilus


Primus Pilus era il titolo detenuto nell'esercito romanodal primo Centurione della legione, ovvero il capo di tutti i centurioni.
Il primus pilus o primipilus era l'unico tra tutti i gradi interni alla legione che potesse essere equiparato al grado di ufficiale secondo il significato moderno ed era a capo della prima centuria della prima coorte.
Il primus pilus era normalmente l'ufficiale anziano che conquistava il suo ambitissimo status grazie ai meriti sul campo. Tuttavia, come per ogni cosa all'interno dell'esercito Romano, in alcuni periodi la carica poteva essere concessa d'autorità, ovvero senza meriti, ma come carriera politica prima ancora che militare.
Non si conoscono gli esatti ruoli del primus pilus, né i suoi effettivi poteri all'interno alla legione. Per la maggior parte degli studiosi il primus pilus era l'ultimo tra gli ufficiali (legati prefetti e tribuni), e il suo ruolo diventava effettivo solamente in battaglia comandando la prima centuria. Va tuttavia ricordato il ruolo che la prima coorte aveva in seno alla legione rappresentando la coorte fidata del comandante e quindi una sorta di guardia speciale.
Chi era stato primipilo veniva chiamato primipilare e veniva iscritto dopo il congedo all'ordine equestre e poteva aspirare alla pretura.



Interesting short animation presents the incredibly deep command structure of the Roman legion

Interesting short animation presents the incredibly deep command structure of the Roman legion

Why The Romans Were So Effective In Battle - Full Documentary

mercoledì 10 gennaio 2018

Noah's Ark, parting of Red Sea revealed on mosaic floor in Israel

Noah's Ark, parting of Red Sea revealed on mosaic floor in Israel: Incredibly stunning mosaics depicting well-known biblical scenes were uncovered during an annual excavation of an ancient synagogue in Israel's Lower Galilee.

La condizione degli schiavi

La condizione degli schiavi: Presso quasi tutti popoli dell'antichità ai prigionieri di guerra veniva riservata una di queste due sorti: o erano uccisi o divenivano schiavi.