domenica 14 gennaio 2018

Guardia Pretoriana


Guardia Pretoriana I sec. d.C.

La Guardia pretoriana era un reparto militare dell'Impero romano che svolgeva compiti di guardia del corpo dell'imperatore.
La Guardia pretoriana, da non confondersi con i più generici "pretoriani", termine con il quale si indicano anche altre piccole unità di scorta alle varie autorità, costituì il corpo militare a disposizione degli imperatori romani decretandone molto spesso le fortune. Protagonista fin dal principato di Augusto, la Guardia venne utilizzata per i compiti più disparati dalla guardia al corpo dell'imperatore, ai servizi segreti, ai compiti amministrativi e di polizia fino anche all'aiuto dei vigiles nello spegnere gli incendi.
Il corpo era all'origine costituito da soldati scelti provenienti dalle legioni, ma fino a Vespasiano dimostrarono che la vita in città li indeboliva nella disciplina. La Guardia fu un mezzo per affermare nuovi imperatori o mantenere i vecchi al potere. La storia dei pretoriani quindi segue, quando non ne è l'artefice, la storia romana imperiale in tutti i suoi risvolti.
L'origine del corpo è da ricercarsi nel III secolo a.C. quando vengono per la prima volta nominati gruppi di militari in seno alle legioni con il compito di proteggere pretori, consoli e generali. Sembra, però, che un primo esempio di guardia armata a protezione del regnante sia da ricercarsi alle origini di Roma stessa durante l'età regia, al tempo di Tarquinio il SuperboLa Guardia pretoriana fu inizialmente organizzata da Augusto in una data imprecisata tra il 29 e il 20 a.C. e definitivamente fondata da Tiberio.
Furono create nove coorti (non dieci, perché avrebbero significato una legione intera, prassi contro la legge e il costume che non prevedeva lo stanziamento di armati in città e in Italia) che per motivi di sicurezza erano stanziate tre a Roma e le rimanenti sei in altre città della penisola, fino a quando Tiberio (con il pretesto di liberare l'Italia dal peso delle guarnigioni militari e d'introdurre tra le guardie una disciplina più rigorosa) le radunò tutte in modo permanente presso i Castra Praetoria. Queste coorti erano agli ordini del prefetto del pretorio, membro del ceto equestre con il titolo di praefectus praetorio.
Ogni coorte era capeggiata da un tribuno militare e fino a sei centurioni.Sotto il principato di Tiberio, quando era prefetto del pretorio Seiano (20-23), i pretoriani presenti a Roma furono riuniti in un unico grande accampamento costruito appositamente sul Viminale, alla periferia della città, noto con il nome Castra Praetoria, per questa ragione i pretoriani assunsero come proprio simbolo lo scorpione che era il segno zodiacale di Tiberio.
I pretoriani intervennero per eleggere e deporre imperatori per la prima volta nel 41 con l'uccisione di Caligola e l'acclamazione di Claudio da parte delle truppe. Il 15 gennaio del 69, insieme ad altri reparti dell'esercito, uccisero Galba ed acclamarono imperatore Otone.
In seguito, per un lungo periodo che va da Vespasiano, a Marco Aurelio i pretoriani non si intromisero nella gestione dell'impero, ma questo periodo di pace finì quando salì al trono Commodo: i pretoriani, dopo avergli salvato la vita e averlo sostenuto nei primi anni di governo, furono coinvolti nella sua uccisione. Dopo l'eliminazione del suo successore Pertinace, la porpora imperiale fu addirittura messa all'asta e l'impero fu "venduto" a Didio Giuliano nel 193, che aveva promesso donativi maggiori del suo oppositore, Flavio Sulpiciano. All'avvicinarsi a Roma di Settimio Severo, proclamato imperatore dalle legioni, i pretoriani abbandonarono tuttavia il loro protetto e obbligarono il senato a dichiararlo decaduto.
Il nuovo imperatore, dichiaratosi vendicatore di Pertinace, fece sfilare i pretoriani disarmati fuori le mura di Roma e li sostituì con truppe di origini asiatiche, africane e in particolare danubiane. Dopo l'uccisione di Caracalla (217) chi ne prese il posto fu il prefetto del pretorio Macrino. Anche Eliogabalo, fu ucciso dai pretoriani che proclamarono Alessandro Severo come imperatore il 22 marzo del 222. Dopo un periodo di anarchia militare in cui gli imperatori venivano proclamati dalle legioni, nel 238 in accordo con il Senato i pretoriani elessero Gordiano III imperatore, inizialmente sotto la tutela della madre e del prefetto del pretorio Timesiteo. Morto Timesiteo, il nuovo prefetto Filippo l'Arabo nel marzo del 244 uccise Gordiano nella marcia verso Ctesifonte, con l'appoggio dei soldati esausti della lunga campagna militare. Nel 249 dopo la sconfitta di Filippo contro Decio i pretoriani eliminarono il figlio del vecchio imperatore, Severo Filippo, che era stato precedentemente nominato cesare.
Nel giugno del 276 il prefetto del pretorio Floriano, alla notizia della morte dell'imperatore Marco Claudio Tacito, di cui era fratellastro, si autoproclamò Augusto, ma solo due mesi più tardi venne ucciso dai suoi stessi soldati per acclamare imperatore Marco Aurelio Probo. Nel 312 i pretoriani, fedeli a Massenzio, combatterono con grande eroismo nella Battaglia di Ponte Milvio; di conseguenza il vincitore Costantino I, dopo l'ingresso trionfale a Roma, sciolse definitivamente la Guardia e fece smantellare "l'accampamento del Viminale".Il posto dei pretoriani fu assunto dalle schole palatine, le quali ebbero lunga vita poi a Bisanzio ormai legate alla persona dell'imperatore e destinate a seguirlo nei suoi spostamenti, e non più alla Capitale.
l numero delle coorti variò nel corso del tempo. Le iniziali nove coorti augustee, passarono a dodici prima del 47, quindi a sedici nel corso del 69 ad opera di Vitellio che aumentò anche l'effettivo di ogni coorte a 1.000 uomini. Furono riportate ancora a nove da Vespasiano, che ritornò all'ordinamento augusteo. Il numero delle coorti aumentò nuovamente a dieci sotto Domiziano, e rimasero così fino quasi all'abolizione del corpo. Abbiamo testimonianza di dieci coorti pretoriane sotto Gordiano III (nel 243). Assumendo 500 uomini per ciascuna coorte, si può dunque ricostruire un corpo di 4.500 uomini sotto Augusto, di 16.000 sotto Vitellio, di 5.000 con Domiziano e infine di 10.000 con Settimio Severo.
Il corpo fu inizialmente arruolato tra i migliori legionari italici (meglio ancora, fino a Tiberio, provenienti dall'Etruria, il Lazio, l'Umbria, e le colonie più antiche). Con Claudio i pretoriani provenivano in larga parte anche dalle regioni del nord Italia, Aemilia, Transpadana e Venetia et Histria. Nel II secolo ancora l'80% dei pretoriani era di origine italica, gli altri reclutati in ogni caso nelle province di più antica romanizzazione, come Norico, Gallia Narbonese, Baetica. Considerato che da Adriano in poi il servizio nelle legioni era sempre più appannaggio di provinciali e popoli di frontiera, la Guardia pretoriana può essere considerata l'ultimo residuo dell'antico esercito romano tradizionale, come probabilmente la intese lo stesso Adriano, elevandola al vertice della struttura piramidale militare.
Con il congedo in massa dei pretoriani italici e la successiva riforma di Settimio Severo gli italici furono sostituiti da provinciali cittadini romani, soprattutto danubiani, ma anche africani e asiatici. Secondo alcuni storici, questo cambiamento portò a Roma persone di basso livello, come effettivamente ci riferisce Dione Cassio, contemporaneo agli eventi, il quale ci parla di uomini dalle lingue orribili e dal comportamento inurbano ammassati nella Capitale, e lamenta che ora la gioventù italica deve dedicarsi al banditismo e alla carriera gladiatoria piuttosto che al servizio militare. Mentre altri autori moderni pensano invece che provenissero da famiglie di ceto elevato: il posto di pretoriano, per diversi motivi, era molto ambito e quindi i notabili facevano di tutto per farvi entrare i loro figli. Dopo Caracalla (a causa della Constitutio Antoniniana, che concesse la cittadinanza romana a tutti gli abitanti dell'impero) la possibilità di servire nella Guardia pretoriana era ormai aperta a tutti.
La durata del servizio era la prima importante differenza rispetto alle legioni e agli altri corpi militari. I pretoriani restavano in servizio solo sedici anni, invece dei 20-25 anni dei legionari, e naturalmente questo ne faceva un corpo privilegiato e ambito. Il congedo avveniva ogni due anni il 7 gennaio.
Gli elementi per potere definire l'abbigliamento della Guardia pretoriana sono molto scarsi. Dalle tracce in nostro possesso si evince come il soldato pretoriano non avesse un equipaggiamento particolare.Durante il servizio (salvo sotto Traiano) il pretoriano era addetto a compiti civili, pertanto il suo abbigliamento doveva essere discreto. È attestato l'uso di una normale tunica bianca (candida) e di un sagum o di una paenula (grossi mantelli talvolta dotati anche di cappuccio) che bastavano per nascondere un'arma.
L'elmo era usato poche volte per lo più in caso di dimostrazioni o parate. Nelle raffigurazioni a noi pervenute l'elmo pretoriano è per lo più di tipo attico, un retaggio dalla tradizione bellica greca della antica Repubblica, oppure, nelle situazioni di guerra, un normale elmo, secondo le usanze del periodo, in dotazione anche ai legionari.
Le speculazioni fatte in passato riguardo all'uso di scuta (scudi) ovali invece di rettangolari, o di lorica musculata, alla luce delle più recenti discussioni sembrano essere decadute. L'utilizzo dell'armamento citato era vario e, al momento, senza una particolare giustificazione. Esistono testimonianze di pretoriani con scuta rettangolari, ovali e rotondi, con elmi di molte fogge diverse e con ogni genere di armatura conosciuta anche tra i legionari.
In guerra, i pretoriani portavano un equipaggiamento simile a quello degli altri legionari, con il classico gladius (la spada), e molto spesso si distinguevano per l'utilizzo del simbolo dello scorpione, che poteva essere raffigurato sul proprio equipaggiamento o sulle insegne.
Lo storico latino Tacito scrive nelle Historiae riguardo all'anno dei quattro imperatori (69) che i soldati, dopo il discorso di Otone nel Campo Marzio corrono alle armi senza riguardo verso il regolamento e l'usanza che prescrivevano al pretoriano ed al legionario armamenti o distintivi differenti per distinguersi. Inoltre lo stesso storico scrive che nella Seconda battaglia di Bedriaco ( Vitellio vs Vespasiano)si distinsero per l'atto eroico due pretoriani che si infiltrarono nell'esercito nemico senza essere riconosciuti grazie al fatto che avevano preso gli scudi da un mucchio di cadaveri e quindi non usavano il proprio, ben riconoscibile fra gli altri.

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