martedì 18 gennaio 2022

QUINTO FABIO MASSIMO

QUINTO FABIO MASSIMO

detto il "Temporeggiatore" ovvero Fabius Maximus Cunctator.. Roma 275 a.c. –   Roma 203 a.c.

«Per il momento giusto devi attendere, così come fece Fabio con pazienza, mentre fronteggiava Annibale, anche se molti lo criticarono per questo. Quando il momento giunge devi però batterti duramente, così come fece Fabio, o la tua attesa sarà stata vana e infruttuosa.»

(Saggi fabiani, I)

https://mondointernazionale.com/culturalmenteimparando/il-fabianesimo

Nel 217 a.C., subito dopo la sconfitta del lago Trasimeno, Fabio venne nominato dittatore, o meglio prodittatore, dato che non era stato nominato materialmente da alcun console. Da allora, poiché la guerra con Annibale era solamente difensiva, Fabio divenne la personalità più importante a Roma. Forse le sue doti militari non erano tra le più acute, ma capì prima di tutti i suoi contemporanei, la natura della tattica e del genio di Annibale e la situazione dei suoi connazionali.

Cicerone dice di Fabio che "bellum Punicum secundum enervavit" ("snervò la seconda guerra punica"), un elogio più veritiero di quello di Ennio, che dice "qui cunctando restituit rem" ("che temporeggiando ripristinò lo Stato"), dal momento che Marcello e Scipione riportarono la repubblica alla sua grandezza militare, mentre Fabio la rese capace di un ritorno alle origini.

Il suo primo atto come dittatore fu calmare e rinvigorire gli animi dei Romani facendo sacrifici solenni e supplicando gli dei; quindi rese il Lazio e le zone adiacenti inespugnabili per il nemico. Al momento di stabilire il campo escogitò un piano di azione semplice e fisso. Evitò ogni contatto diretto con il nemico; spostò l'accampamento da un altopiano ad un altro, dove la cavalleria della Numidia e i fanti iberici non sarebbero riusciti a salire; osservò i movimenti di Annibale con una stretta vigilanza, catturò i nemici sbandati e quelli che si erano allontanati dal campo in cerca di cibo, costrinse Annibale a far stancare i suoi alleati con impellenti richieste e a scoraggiare i suoi soldati con manovre inutili.

«Fabio aveva deciso di non esporsi al rischio e di non venire a battaglia con Annibale. Inizialmente tutti lo consideravano un incapace, e che non aveva per nulla coraggio ma col tempo costrinse tutti a dargli ragione e ad ammettere che nessuno sarebbe stato in grado di affrontare quel momento delicato in modo più avveduto e intelligente. Poi i fatti gli diedero ragione della sua tattica»

(Polibio, III, 89, 3-4.)

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https://innovation4value.com/blog/il-temporeggiatore/

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