L'imperatore d'Oriente li considera federati. Ma nel 395 il nuovo re Alarico mette a sacco la Tracia, la Macedonia, la Tessaglia e la Grecia. L'imperatore Arcadio gli concede il titolo di dux e di magister militum, ma la tregua dura solo tre anni. Alarico e le sue orde invadono l'Italia, devastano Roma, portano via Galla Placidia (sorella dell'imperatore Onorio) e scendono in Calabria con l'intenzione di passare in Africa. Ma la flotta allestita a Reggio viene distrutta da una tempesta. Alarico muore a Cosenza. Il suo successore Ataulfo sposa Galla Placidia. Ma nuovi contrasti con Ravenna lo spingono verso la Spagna. Il suo successore, Wallia, riporta i Visigoti al nord dei Pirenei. Qui trovano la loro prima sede stabile e fondano un vasto Stato con capitale Tolosa, primo regno romano-
Le Chiese a volta dell'arte Visigota
I Visigoti, i più antichi federati dell'impero romano, insediandosi in Paesi profondamente romanizzati come l'Aquitania e la Spagna, cercarono di mantenere in vita le istruzioni amministrative e ne accettarono i sistemi di vita e la cultura in tutti i suoi aspetti. Gli artisti locali affondavano quindi le radici nelle tradizioni tardo-
Per tre giorni Alarico umiliò la grande Roma
A 25 anni Alarico era già un re potente e acclamato. Prima aveva servito l'esercito romano a capo di un reparto goto. Poi il suo popolo lo aveva incoronato. Lui era un forte condottiero, ma anche un furbo politico. S'inserisce subito nel conflitto esploso fra la parte occidentale e quella orientale di un impero decadente. Invade i Balcani, dà ai Visigoti l'orgoglio di una ritrovata identità. Viene in Italia e si ferma minaccioso alle porte di Roma. L'imperatore Onorio invano tenta di venire a patti. Alarico penetra nella città e per 3 giorni la saccheggia. E' l'anno 410. Il "sacco di Roma", benchè non così grave come le fonti antiche lo dipingono, suscita profonda impressione fra i contemporanei, infrangendo il mito della "città eterna".
Alarico muore, in maniera piuttosto misteriosa, lo stesso anno, mentre risale verso il nord dell'Italia. Il suo corpo, secondo lo storico goto Giordane, viene sepolto nel letto del fiume Busento, presso Cosenza. A lui è dedicata una celebre ballata di A. Von Platen, tradotta dal Carducci: "La tomba nel Busento".
Nessun commento:
Posta un commento