sabato 16 novembre 2019

Muore Valentiniano I


VALENTINIANO I MUORE

Valentiniano muore il 17 novembre 375 d.C., in seguito a un malore durante un incontro, organizzato da Equizio, con un'ambasceria dei Quadi, che chiedevano la pace e clemenza.
Gli ambasciatori dopo essersi prostrati ai piedi dell'Imperatore, essi giustificarono le incursioni dei loro connazionali in territorio romano attribuendole a bande di briganti stranieri situate nei pressi del fiume e aggiunsero che l'odio e gli attacchi nei confronti dei Romani era stata validamente provocata dal fatto che questi ultimi avevano cominciato a costruire fortificazioni nei loro territori.
Queste giustificazioni, ritenute arroganti irritò terribilmente l'Imperatore che, mentre con violenza verbale rivolta verso l'ambasceria, accusò il popolo dei Quadi di irriconoscenza, si sentì male all'improvviso colpito da ictus, le sue condizioni di salute apparvero subito gravi, condotto in un altra stanza e doposto su un letto, i soccorsi risultarono vani, il medico arrivò tardi, poiché, Valentiniano, i migliori li aveva mandati al fronte per curare i soldati colpiti da una epidemia. l'Imperatore si spense così, a causa di un improvviso attacco apoplettico nel corso del cinquantacinquesimo anno di età e del dodicesimo anno di regno.

1] Giunsero quindi i legati dei Quadi per chiedere supplichichevolmente che fosse loro concessa la pace e il perdono del passato e, per ottenerla senza difficoltà promettevano di inviare reclute e di compiere alcune prestazioni
utili allo stato romano.
2] Poiché sembrò opportuno riceverli e rimandarli in patria dopo aver loro concessola tregua richiesta dato che la mancanza di vettovaglie e la stagione sfavorevole impedivano di attaccarli più a lungo, su parere di Equizio furono introdotti in concistorio. Mentre tremanti e pieni di paura se e stavano curvi, furono invitati ad esporre le loro richieste. Ricorrevano alle solite scuse, alle quali cercavano di dare una parvenza di realtà giurando che nessun delitto era stato commesso contro i nostri per comune consenso dei capi della loro stirpe, ma che quegli atti brutali erano stati compiuti da briganti stranieri, abitanti lungo il fiume. Aggiungevano pure, come se questa fosse una valida giustificazione del loro comportamento, che la costruzione ingiusta ed inopportuna della fortezza aveva spinto i loro animi selvaggi alla ferocia
3] A queste affermazioni l'imperatore, in preda a una violenta ira e fuor di sé specie all'inizio della sua risposta, rinfacciò con parole di rimprovero a tutta la nazione d'essere ingrata ed immemore dei benefici. A poco a poco si placò sembrando più incline alla mitezza e, come se fosse stato colpito da un fulmine, ostruitisi il respiro e la circolazione, apparve di un color rosso fuoco. Poiché gli si era arrestata improvvisamente la circolazione ed era bagnato di sudore letale, per evitare che cadesse in presenza di molte persone e di bassa condizione, fu condotto in una stanza interna dalla servitù a lui addetta.
4] Qui, posto sul letto, traeva gli ultimi respiri e, conservando intatto il vigore dell'intelletto, riconosceva tutti i presenti che erano stati convocati in fretta dai ciambellani perché non si sospettasse che fosse stato ucciso. Siccome l'interno dell'organismo era in preda a una febbre ardente, bisognava eseguire un salasso, ma non si poté trovare un medico, perché Valentiniano li aveva inviati in varie parti con l'incarico di curare i soldati colpiti da un'epidemia.
5] Finalmente fu trovato uno, il guale, sebbene pungese più volte una vena, non riusci ad estrarne una goccia di sangue, poiché l'organismo interno era bruciato da un eccessivo calore eppure, come alcuni ritenevano, poiché le membra s'erano inaridite in quanto alcuni passaggi che ora chiamiamo haemorrhoidae, s'erano chiusi incrostandosi per effetto della temperatura freddissima.
6] Si rese conto, oppresso com 'era dall'immensa violenza del male, che erano giunti i momenti estremi fissatigli dal fato e tento di parlare o di dare qualche disposizione, come risultava dal singulto che gli scuoteva i fianchi, dallo stridore dei denti e dal movimento delle braccia che sembravano lottare con i cesti. Ma, ormai vinto dal male e cosparso di macchie livide, spirò dopo una lunga lotta con la morte all'età di cinquantacinque anni, dopo aver segnato per dodici anni meno cento giorni.

1. Post haec Quadorum venere legati, pacem cum praeteritorum oblitteratione suppliciter obsecrantes, quam ut adipisci sine obstaculo possent, et tirocinium et quaedam utilia rei Romanae pollicebantur.
2. quos quoniam suscipi placuit, et redire indutiis, quae poscebantur, indultis - quippe eos vexari diutius nec ciborum inopia nec alienum tempus anni patiebantur - in consistorium Aequitio suadente sunt intromissi. cumque membris incurvatis starent metu debiles et praestricti, docere iussi, quae ferebant, usitatas illas causationum species iurandi fidem addendo firmabant: nihil ex communi mente procerum gentis delictum adseverantes in nostros, sed per extimos quosdam latrones amnique confines evenisse, quae inciviliter gesta sunt, etiam id quoque addendo, ut sufficiens ad facta purganda firmantes, quod munimentum extrui coeptum nec iuste nec oportune, ad ferociam animos agrestes accendit.
3. ad haec imperator ira vehementi perculsus, et inter exordia respondendi tumidior, increpabat verborum obiurgatorio sonu nationem omnem ut beneficiorum inmemorem et ingratam. paulatimque lenitus et ad molliora propensior, tamquam ictus e caelo vitalique via voceque simul obstructa, suffectus igneo lamine cernebatur; et repente cohibito sanguine, letali sudore perfusus, ne laberetur spectantibus et vilibus, concursu ministrorum vitae secretioris ad conclave ductus est intimum.
4. ubi locatus in lecto, exiguas spiritus reliquias trahens, nondum intellegendi minuto vigore, cunctos agnoscebat adstantes, quos cubicularii, nequis eum necatum suspicaretur, celeritate maxima conrogarant. et quoniam viscerum flagrante conpage laxanda erat necessario vena, nullus inveniri potuit medicus hanc ob causam, quod eos per varia sparserat, curaturos militem pestilentiae morbo temptatum.
5. unus tamen repertus, venam eius iterum saepiusque pungendo, ne guttam quidem cruoris elicere potuit, internis nimietate calorum ambustis, vel, ut quidam existimabant, arefactis ideo membris, quod meatus aliqui, quos haemorrhoidas nunc appellamus, obserati sunt gelidis frigoribus concrustati.
6. sensit inmensa vi quadam urgente morborum, ultimae necessitatis adesse praescripta, dicereque conatus aliqua vel mandare, ut singultus ilia crebrius pulsans, stridorque dentium et brachiorum motus velut caestibus dimicantium indicabat, iam superatus liventibusque maculis interfusus, animam diu conluctatam efflavit, aetatis quinquagesimo anno et quinto, imperii, minus centum dies, secundo et decimo.

Ammiano Marcellino, Historia Romana XXX 6.




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