giovedì 6 maggio 2021

La via Appia antica

312 avanti Cristo: il console Appio Claudio dà il suo nome al tracciato di una nuova strada che raggiunge la Campania e poi Brindisi. 
La principale caratteristica di questa nuova strada è di essere percorribile con ogni tempo e con ogni mezzo, grazie alla pavimentazione realizzata con grandi pietre levigate e perfettamente combacianti, poggiate su uno strato di pietrisco che assicura tenuta e drenaggio.
Con questa tecnica rivoluzionaria la Repubblica e l’Impero potranno costruire la vastissima rete stradale del mondo romano.
Quasi sempre rettilinea, larga circa 4,10 metri, una misura che consente la circolazione nei due sensi, affiancata da un duplice percorso pedonale e servita da pietre miliari, l’Appia si merita ben presto l’appellativo di Regina viarum, la Regina delle strade.
Lungo le prime miglia sorgono numerose installazioni funerarie, seguendo la legge che vietava di seppellire i morti entro la cinta sacra del Pomerio: monumenti di illustri famiglie, ma anche colombari di confraternite costituite per dare ai propri affiliati una degna sepoltura; cimiteri subdiali o sotterranei propri di particolari comunità etniche o religiose. Si crea e si stratifica cosí un patrimonio eccezionale di testimonianze storiche, culturali e artistiche di grandissimo valore.

La grande arteria dell’impero

Nel 268 a.C. l’Appia viene prolungata fino a Benevento, e nel 191 a.C. raggiunge Brindisi, il principale porto per la Grecia e per l’Oriente. Diventa così la principale via di comunicazione del mondo mediterraneo. Sarà soltanto la definitiva caduta degli imperi romani, quello d’Occidente ma anche quello d’Oriente, che farà decrescere rapidamente l’importanza della Regina viarum nella circolazione delle merci e delle persone.



Nessun commento:

Posta un commento